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Come nascono i desideri

come nascono i desideri
Tempo stimato di lettura: 3 minuti

Vi è mai capitato di desiderare qualcosa così intensamente da pensare che tutta la vostra vita trarrebbe enorme beneficio da quel possesso?

Generalmente siamo portati a pensare che i nostri desideri nascano spontaneamente e che siamo noi a porre, del tutto autonomamente, il nostro interesse su di un determinato oggetto. Questo approccio spiegherebbe la nascita del desiderio col fatto che una determinata cosa possieda in sé un valore intrinseco tale da stimolare il desiderio stesso.

Desiderio e invidia

Non sempre le cose funzionano come pensiamo. Oggi, ad esempio, è di gran moda il ruolo degli influencer,ossia persone capai di influenzare l’opinione pubblica favorendo la nascita di determinati desideri e necessità.

Rifacendoci all’esperienza quotidiana verrebbe da pensare che ogni desiderio dipenda da una libera scelta, ma questa linea retta tra soggetto e oggetto del desiderio incontra delle contraddizioni quando si manifestano sentimenti quali grande ammirazione, oppure invidia e gelosia.

In questi casi più che desiderare l’oggetto noi individuiamo la persona che lo possiede e concentriamo su di lei la nostra attenzione al punto da togliere importanza all’oggetto stesso.

Le cose ci interessano più che per loro stesse per l’idea di possederle, perché altri le possiedono.

Tra soggetto e oggetto desiderato si interpone a questo punto un modello, cioè colui che invidiamo perché possiede già l’oggetto.

L’oggetto acquista valore solo perché è già desiderato da un altro.

La presenza di questo “altro” mette in discussione l’individualismo che vede le persone come entità autonome e libere di compiere le proprie scelte indipendentemente da condizionamenti esterni.

Imitazione come conseguenza di bassa autostima

Possiamo dire che spesso il desiderio è fine a sé stesso, si desidera senza sapere cosa, nella continua ricerca di migliorarsi si incontrerà sempre qualcun altro fornito di qualcosa che a noi manca e che ci sembrerà essenziale per ottenere quella pienezza che ancora non abbiamo raggiunto. All’oggetto viene dato un valore spropositato, esso viene trasfigurato dal desiderio del soggetto.

E’ il modello ad affascinare e attrarre. Fissare la propria ammirazione su un modello è già riconoscergli o concedergli un prestigio che non si possiede, ciò equivale ad ammettere la propria inferiorità, a constatare la propria insufficienza e incompletezza.

L’uomo che invidia è un uomo che non si ama, che si disprezza. Il desiderio che il soggetto ha per l’oggetto non è altro che il desiderio che egli ha per il prestigio che egli stesso assegna a colui che possiede l’oggetto.

L’oggetto posseduto diventa il simbolo di uno status, di una identificazione sociale che fa sentire il soggetto accettato e apprezzato.

L’accettazione del fatto che il proprio desiderio non sia spontaneo ma frutto di imitazione (ossia l’anteriorità del modello rispetto al desideri stesso) verrà sempre rifiutato dal soggetto poiché ciò lo scoprirebbe e ne rivelerebbe la propria debolezza.

Il ruolo del modello

Il modello non ha un ruolo passivo in questo triangolo tra il soggetto che desidera e l’oggetto desiderato, non si accontenta di attendere una volizione del soggetto ma fa di tutto per farla nascere. Un oggetto da nessuno desiderato non avrebbe alcun interesse, nessun valore capace di dar luogo al desiderio e quindi nessun merito per colui che lo possiede, pertanto il modello tende a magnificare l’oggetto e ad esibire il proprio vantaggio che diventa tale solo se dall’altro è considerato tale.

In altri termini, il desiderio del modello ha bisogno di sentire altri desideri competitivi al proprio per restare vivo. Il modello, dunque, tende sempre a suscitare lui stesso la concorrenza, cioè a causare l’emergere di un ruolo che egli tenderà a soppiantare.

Un esempio

Facciamo un esempio: l’innamorata che elogia la qualità del proprio partner con le amiche cerca più di affermare vanità e orgoglio e la superiorità della sua felicità che non a confermare il suo desiderio.

La risposta che intende suscitare è che le sue amiche, invidiose, si mettano a desiderare il suo partner e rifiutino altri pretendenti. Questo servirebbe come conferma all’innamorata nella sua vacillante certezza di aver scelto bene.

Una dinamica circolare

La dinamica del desiderio segue quindi un andamento circolare, il modello ostenta la sua soddisfazione per l’oggetto e questo non sfugge al soggetto che intensifica gli sforzi per arrivare a sua volta a possederlo.

Ciascuno ha bisogno dell’altro ma, contemporaneamente, contribuisce a fare dell’altro un rivale. Per entrambi il desiderio è sempre desiderio di essere un altro, di essere visto con occhi diversi, di aumentare il suo prestigio e la considerazione che gli altri hanno di lui.

Tuttavia, prima o poi il desiderio entra inevitabilmente in contatto con altri desideri e sia il soggetto che il modello rivolgeranno altrove il loro interesse, magari cambiando anche i loro ruoli, e creando nuovi oggetti da desiderare.

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