La tartaruga tra natura e simbologia
In questo articolo verrà brevemente presentata che cos’è la tartaruga e qual è la sua simbologia.
La tartaruga: chi è?
L’ordine dei Testudinati comprende rettili comunemente noti come tartarughe e testuggini.
Nel linguaggio comune il termine tartarughe indica sia le specie acquatiche che terrestri, cosa che verrà fatta in questo articolo. In Italia, più correttamente per tartarughe bisognerebbe indicare solo le specie acquatiche, sia d’acqua dolce che marine mentre per testuggini si suole indicare esclusivamente le specie terrestri. Tale distinzione nel linguaggio può variare da un Paese all’altro.
Le tartarughe sono presenti nelle zone tropicali, subtropicali e temperate e possono variare molto nelle dimensioni. Popolano vari habitat, si contano all’incirca 7 specie marine, 241 specie di acqua dolce e 45 specie terrestri.
Le tartarughe sono dotate di un guscio protettivo resistente. La parte superiore del guscio si chiama “carapace” e la parte inferiore “piastrone”. Questa corazza è formata internamente da placche ossee rivestite superficialmente da materiale corneo che vanno a formare delle tessere dette “scuti”. Le specie acquatiche sono perlopiù onnivore, si nutrono di animaletti e di vegetali e sono piuttosto veloci. Le specie terrestri invece sono erbivore, si alimentano di frutta e vegetali e si muovono molto lentamente.
Le tartarughe marine sono eccellenti nuotatrici grazie soprattutto alla forma delle zampe, simili a delle pinne. Le tartarughe di acqua dolce hanno un guscio appiattito ed hanno una forma aereodinamica per nuotare più
velocemente. Le tartarughe terrestri hanno un guscio piuttosto tondeggiante e le dita, non palmate, sono munite di robuste unghie che usano per scavare.
Le mascelle sono rivestite da astucci cornei che formano una sorta di becco dai bordi taglienti ma sono privi di denti. Il collo, fondamentale per la respirazione grazie ai suoi movimenti di estensione e distensione, ha lunghezza variabile ed è ancorato direttamente al carapace tramite la pelle. Possiedono quattro arti ed una coda. Hanno un’ottima vista e olfatto. Non
possiedono padiglioni auricolari ma una membrana timpanica che permette loro di sentire sia in acqua che sulla terra. In caso di pericolo ritirano la testa, gli arti e la coda nel guscio per proteggersi.
In generale sono animali longevi ed alcune specie vanno in letargo mentre altre no.
Simbologia della tartaruga
Nell’interpretazione psicologica dei simboli la tartaruga è l’immagine di un animale che rappresenta principalmente la resistenza, la longevità, la stabilità, la pazienza, la fertilità, le giuste intuizioni, le occasioni fortunate e la protezione. Possiede una forza nascosta infatti con il suo guscio è in grado di proteggersi da ogni attacco esterno. E. Aeppli (1943) a proposito
della tartaruga dice: “Essa assomiglia un poco all’antichissimo silenzio della vita, che in caso di pericolo sa sempre rifugiarsi in sé”. Anche nel libro di M. Ende, “Momo”, che ha una forte valenza simbolica, la tartaruga svolge un ruolo di questo tipo.
Brevissimo focus tra storia e simbologia
Nell’antica concezione cinese del mondo questo animale è citato come Ao, una tartaruga marina di dimensioni cosmiche, sulla cui schiena poggia la Terra. Figure di tartarughe in pietra con lastre sulla schiena dovevano servire a garantire magicamente la stabilità del cosmo. Si credeva nell’esistenza di Ao Shan (montagna-Ao) sulle Isole dei Beati. Si pensava che l’animale fosse in grado di mangiare il fuoco e la sua immagine sui comignoli aveva lo scopo di proteggere dagli incendi. Nel sistema cinese delle analogie simboliche la tartaruga, in quanto uno dei cinque animali sacri, personificava il Nord, l’acqua e l’inverno. Nei tempi antichi della cultura cinese, parti di tartaruga venivano utilizzate come oracoli, probabilmente a causa del numero 24 delle lastre sul bordo della corazza, che corrispondeva alla partizione del calendario agricolo. Per la sua longevità l’animale era considerato il simbolo della “lunga
vita” mentre, per la sua invulnerabilità, era il simbolo dell’ordine immutabile. Questo animale acquista un significato negativo a causa della credenza popolare secondo la quale la tartaruga (kui) comparirebbe solamente in forma femminile, si accoppierebbe con i serpenti e non possiederebbe alcun pudore (kui significa anche pene). Generalmente però prevalgono le associazioni cosmico-associative, quindi positive.
In India la tartaruga era considerata la seconda personificazione (avatara) del dio Vishnu.
Nella mitologia e nell’arte dell’antico Messico le tartarughe avevano una certa importanza (ad esempio le tartarughe marine costituivano le cavalcature di mitici antenati).
Nell’antichità europea, a causa delle numerose uova, la tartaruga veniva considerata il simbolo della fertilità, per il suo “contegno silenzioso” era il simbolo dell’amore costumato, mentre la sua lunga vita ne faceva la quintessenza della vitalità. Nella Patristica, “l’animale che vive nella melma” divenne il simbolo dell’attaccamento alla terra. Sant’Ambrogio (all’incirca tra il 340-397) fece notare che con il suo guscio si poteva fabbricare uno strumento musicale a sette corde, in grado di rallegrare il cuore. La funzione protettrice del guscio della tartaruga era già nota nei riti magici dell’antichità (come difesa dalla grandine e dagli incantesimi).
Inoltre gli occhi di tartaruga incastonati nell’oro erano ritenuti di buon auspicio contro il malocchio.
Giulia Cesarini Argiroffo