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L’emozione della sorpresa nella storia dell’umanità

sorpresa
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

In questo articolo si cerca di illustrare l’emozione della sorpresa negli esseri umani descrivendo brevemente cosa sia ed i suoi effetti sia da un punto di vista neuroscientifico che culturale.

La sorpresa: che cos’è?

La sorpresa è un’emozione che insorge quando interviene un evento inaspettato o contrario all’aspettativa e dura soltanto un attimo in cui l’individuo si accorge di un fatto imprevisto. Dura pochi istanti ed è subito seguita dal manifestarsi di altre emozioni.

Perfino i feti nell’utero reagiscono sorprendentemente a forti rumori con il cosiddetto “riflesso Moro”, un soprassalto accompagnato dall’apertura delle braccia.

Nell’ambito dell’informazione H. Frank ha introdotto il “valore di sorpresa” determinato dal rapporto tra l’informazione del messaggio e l’insicurezza che il contenuto di questo messaggio elimina. In base a questo criterio è possibile costruire una scala che va dal “banale” al “sorprendente”. A livello di comportamento la sorpresa provoca generalmente un’improvvisa modificazione della direzione dell’attività.

L’espressione della sorpresa è caratterizzata dal sollevamento ad arco delle sopracciglia, da occhi esageratamente spalancati, da pelle distesa, da palpebre che restano aperte e generalmente dall’abbassamento della mandibola, da cui il modo di dire “restare a bocca aperta”.

Inoltre si reagisce in genere facendo un balzo all’indietro e se si hanno oggetti in mano può succedere che sfuggano alla presa e cadano.

Non c’è conformità da parte degli studiosi se sia da considerarsi un’emozione primaria, per alcuni lo è per altri non lo è. Alcuni autori ritengono la sorpresa un’emozione neutra. Questo perché è provocata da una situazione nuova e inaspettata, che scompare molto, per non dire troppo, rapidamente per essere sostituita subito da altre emozioni.

Dal punto di vista neuroscientifico

Nel campo della neurobiologia, la sorpresa è una delle emozioni meno studiate, forse perché non produce un problema grave per nessuno, come ad esempio la tristezza o la collera.

La sorpresa contribuisce a far concentrare l’attenzione e la memoria di lavoro sull’informazione appresa in quel preciso momento. Probabilmente aiuta l’apprendimento associativo degli eventi scatenati. Dal punto di vista evolutivo, si crede che sia vantaggiosa per l’umanità perché faciliterebbe la memoria dell’avvenimento. Infatti l’attenzione cognitiva si concentra sull’evento che provoca la sorpresa e quest’ultimo di conseguenza resta impresso nella mente degli individui.

È stata svolta una ricerca degli studiosi Vishnu P. Murty, Kevin LaBar e Alison Adcock dell’Università di Duke, a Durham, condotta mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI) con l’obiettivo di studiare l’emozione della sorpresa. Nello specifico si trattava di un esperimento durante il quale i partecipanti dovevano realizzare un compito alla fine del quale in alcuni casi era prevista una ricompensa (guadagno di soldi) in altri invece un castigo (scariche elettriche irritanti, ma non dolorose) e mentre i volontari realizzavano i compiti, all’improvviso, compariva uno stimolo inaspettato. Durante l’esperimento i cervelli dei partecipanti erano monitorati in tempo reale tramite risonanza magnetica funzionale e pertanto è stato possibile osservare le regioni cerebrali attivate. In coloro che realizzavano il compito positivamente motivati, quello stimolo inaspettato e cioè sorprendente provocava l’attivazione dell’ippocampo (regione che partecipa al processo di memorizzazione a lungo termine) e della corteccia prefrontrale ventromediale. In coloro invece che si aspettavano un castigo alla fine del compito la sorpresa attivava altre regioni del cervello, in particolare una zona della corteccia vicino all’ippocampo ed alla corteccia orbitofrontale. Quindi zone prossime a quelle attivate dall’effetto sorpresa con ricompensa ma diverse.

Gli esperti del Laboratorio di Memoria dell’Istituto di Biologia Cellulare e Neuroscienze (IBCN) appartenente alla facoltà di Medicina dell’Università di Buenos Aires (UBA), hanno dimostrato che si può utilizzare la sorpresa per rafforzare l’impressione di ricordi nei bambini. In un esperimento in una scuola hanno abbinato la spiegazione di qualcosa che si desiderava insegnare con la realizzazione di una qualche attività innovativa e quindi sorprendente ma non legata a tale contenuto, un’ora prima o un’ora dopo la lezione. In un esperimento con 1600 alunni tra i sette ed i nove anni conclusero che i partecipanti a tale attività a sorpresa memorizzavano circa il 60% in più rispetto a quelli che non vi prendevano parte. Questo perché i bambini associavano l’attività sorprendente con la spiegazione.

In conclusione la sorpresa rafforza e modifica intensamente il processo di apprendimento umano ed è per questo che l’evoluzione umana l’ha selezionata. Tale capacità potrebbe essere utilizzata per aumentare l’acquisizione di nozioni ad esempio nel campo educativo.

Dal punto di vista culturale

Il filosofo Cartesio preparò la lista di quelle che definì “passioni primitive” e qualsiasi accesso emotivo che fosse imprevisto e sconvolgente venne chiamato “sorpresa”. La meraviglia, scriveva il filosofo, era un’improvvisa sorpresa dell’anima. Secondo lui anche la gioia, l’odio e l’amore potevano suscitare sorpresa, anche perché creavano agitazione nelle mani e nelle gambe e sembravano far fermare il cuore.

A trasmettere un simile disorientamento durante la sorpresa è la percezione che si può avere del proprio corpo come di uno spazio che viene occupato da una forza esterna.

La sorpresa può essere suscitata da qualcosa di positivo oppure di negativo. Alcune lingue hanno parole specifiche per esprimere questa differenza. Ad esempio nella lingua degli Ifaluk il termine “rus” significa brutta sorpresa, mentre “ker” una piacevole sorpresa.

Alcune persone amano sentirsi travolti da questa emozione, altre invece la ritengono un qualcosa che può essere poco dignitoso ed imbarazzante ed in alcune persone la sorpresa può addirittura farle arrabbiare. Quindi apprezzarla o meno è una questione assolutamente soggettiva. Per alcune persone il gradimento o meno di questa emozione può essere legata esclusivamente all’evento scatenante, se questo è positivo la sorpresa viene apprezzata mentre al contrario se è negativo non viene apprezzata.

La sorpresa suscita una sensazione di distacco da sé -accompagnata dal vago sospetto di non essere padroni del proprio corpo come si potrebbe pensare. Del resto tutte le emozioni prevedono un qualche aspetto involontario ed il fatto che vengano in superficie senza bisogno di ricevere il nostro permesso, spesso nei momenti meno opportuni, fa parte di quello che rende le emozioni esasperanti ed affascinanti insieme. A tal proposito Charles Darwin incuriosito dalle reazioni involontarie che susseguono il manifestarsi di ogni emozione iniziò a studiarle. Egli pensava che tali comportamenti andassero considerati tracce, abitudini rimaste dentro di noi da molto tempo e che sono state acquisite nel corso dell’evoluzione entrando a far parte dei nostri corpi. Talvolta però ci fanno apparire in maniera ridicola e più frequentemente di altre emozioni quella della sorpresa al suo manifestarsi ci può far apparire così anche se la causa scatenante è positiva e l’emozione che segue immediatamente è quella della gioia.

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