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Il dono nascosto della pandemia

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Nel periodo emergenziale che stiamo vivendo ci troviamo spesso a fare i conti con noi stessi, soprattutto quando eravamo in lockdown, ma è rimasta quella componente (spesso angosciante) del confronto con il proprio Sé.

In aggiunta a questo, un’ emozione sperimentata dai più è stata la noia, sia in lockdown che tutt’ora; la noia è uno stato d’animo difficile da sopportare, si cerca infatti di distrarsi in qualsiasi modo però è la chiave per entrare più in contatto con la nostra inferiorità, arrivando talvolta a scoprire doti, talenti o passioni che prima non conoscevamo.

È dalla noia che nascono idee nuove, progetti nuovi, desideri mai avuti prima e questo permette un arricchimento personale non da poco. Tutto sommato trovo che questo aspetto portato dalla pandemia sia stato un beneficio per alcune persone, certo non per tutte, quelle persone che hanno meditato sull’essenzialità delle cose e discriminato tra i valori della nostra società quelli dai quali sembravano essere più rappresentati.

È cresciuta, sempre in una area di popolazione circoscritta, una consapevolezza maggiore di quanto sia importante il rispetto per la sofferenza dell’altro, per i sogni degli altri, quanto è importante e dà onore e orgoglio ogni tipo di lavoro, oltre che dignità. Fare tesoro di questo bagaglio scintillante sarà la sfida più difficile da superare, per poter realizzarsi e diventare persone dignitose, civili, empatiche, in sostanza per riuscire a definirsi esattamente come Essere Umani.

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